Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Congresso Provinciale Cuneo: un congresso difficile, una situazione difficilissima, ma mettiamocela tutta  Luglio 2008   Torna alle categorie

Un congresso difficile, una situazione difficilissima, ma mettiamocela tutta

Un congresso difficile, una situazione difficilissima, ma mettiamocela tutta.

 

Il congresso provinciale di Cuneo ha confermato, in modo impietoso, le nostre difficoltà:

  •  lo scacco della nostra presenza al governo e di tutte le ipotesi emerse dal congresso di Venezia (2.005).
  •  La sconfitta elettorale dell’Arcobaleno che ha dimostrato la nostra assenza dalla società, dai nodi reali e il fatto che siamo stati percepiti come inutili.
  •  Il calo organizzativo del partito, dei circoli, delle federazioni, dei gruppi di lavoro.
  •  Le due dolorose scissioni (P. comunista dei lavoratori, Sinistra critica) a cui si è aggiunta la “scissione” più grave, quella di tanti/e che delusi/e, hanno lasciato l’impegno di partito.
  •  Una società che, nell’informazione, nel senso comune, nelle aspirazioni, negli interessi esprime una cultura di destra, reazionaria, razzista, egoista

La nostra crescita, a livello provinciale dal 2000 al 2006 si è interrotta. Le 304 tessere sono calate a 217 nel 2005 e a un centinaio oggi. I circoli esistono sulla carta, ma mancano di iniziativa.

I congressi hanno visto sempre una buona discussione, ma pochissimi/e partecipanti. Anche qui il confronto con il congresso precedente è impietoso. Tutti gli interventi hanno espresso incertezza, problematicità, domande sull’immediato futuro: Che cosa farà Rifondazione? Perché le divisioni interne? Perché cinque mozioni? Che cosa succederà dopo il congresso nazionale?

Il tutto non è stato migliorato dalla caduta di costume e di moralità interna cui assistiamo a livello nazionale e dalle difficilmente comprensibili divisioni insorte nella ex maggioranza.

Si è aggiunto a questo:

  •  il calo delle iscrizioni fra i/le giovani (sino al 2006 un quarto del totale)
  •  la scarsa presenza femminile (anche negli organismi direttivi).

Spetta ovviamente ai giovani e alle donne tentare di risalire la china, di cambiare questo partito, di portare nuove e diverse istanze, insomma di operare quella rifondazione, incompiuta dopo 17 anni.

Non mancano però, alcuni elementi positivi:

  •  la discussione e il rispetto per tutte le posizio0ni che si è verificato nei congressi
  •  la presenza, ancora per circa due anni di un funzionario e di una presenza istituzionale
  •  l’impegno da tutti/e dimostrato di rimboccarsi le maniche (ce né bisogno!)

Si sommano questioni sempre più gravi:

  •  la politica estera, la tendenza alla guerra, l’aggravarsi del divario tra nord e sud del mondo, dimostrato anche dal fallimento del rito annuale dei G8 (il prossimo anno saranno in Italia).
  •  L’aggravarsi della povertà anche nei “paesi ricchi”.
  •  L’attacco frontale al lavoro e ai diritti collettivi: cancellazione del contratto nazionale, aumento dell’orario di lavoro (se 65 ore vi sembran poche).
  •  La deriva securitaria con la richiesta di “soluzioni d’ordine”.
  •  L’emergenza democratica, il ritorno delle leggi “ad personam”, l’attacco alla magistratura, il presidenzialismo, il rapporto diretto tra capo e popolo (populismo, peronismo, bonapartismo). Non si risponde a questo, dividendosi tra vecchi e nuovi “girotondini”.
  •  I tagli crescenti ai servizi sociali, sanità, scuola, trasporti, cultura e a comuni, province e regioni.
  •  La cancellazione della laicità davanti agli integrismi (interessa anche tanti/e credenti).
  •  Il rilancio di nucleare, inceneritori, grandi opere.

Tutto fa pensare ad un netto peggioramento delle condizioni materiali di vita in autunno (bollette, crescita dei prezzi di generi di prima necessità, disoccupazione, crescita del precariato).

Le promesse della destra, ancora una volta, si dimostrano false e demagogiche. Manca, però, una alternativa. La strategia di Veltroni si è dimostrata fallimentare, la sinistra è annichilita, il nostro partito ha davanti a sé settimane difficili.

Occorre ricostruire una opposizione a livello sociale con gruppi, associazioni, iniziative locali, a livello politico sui singoli temi (lavoro, ambiente, pace, diritti) con le forze di sinistra. E’ positiva la proposta di legge di iniziativa popolare sul salario lanciata da Sinistra critica.

Occorre anche, a livello organizzativo, rifondare una presenza comunista in Italia, quindi una nuova rifondazione che faccia dialogare culture e storie diverse, recuperi le parti migliori della nostra storia e le leghi all’emergenza ambientale, al pensiero di genere, al nodo pace e guerra, all’analisi della realtà sociale odierna. Questo è possibile se il nostro partito, dopo il fallimento di una ipotesi politica, opera una vera svolta, se riapre un confronto a tutto campo e in tutte le direzioni, se modifica anche pratiche interne (la burocratizzazione, la cooptazione di dirigenti e funzionari in base a cordate, correnti o giuramenti di fedeltà, se supera il leaderismo che tanto abbiamo pagato, se opera scelte in base a capacità, impegno, militanza

Ancora una volta servono un grande lavoro teorico innovativo, un impegno sociale, una struttura organizzata: Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza diceva la testata dell’ “Ordine nuovo” di Gramsci.

La presenza di una forza comunista rinnovata è strumento indispensabile per rilanciare la sinistra.

Proviamoci, nel piccolo e nelle nostre difficoltà, anche noi